Il nome di Jil Sander richiama una moda particolarmente pura e discreta. La stilista tedesca, Heidemarie Jiline Sander, che ha lanciato la sua prima collezione femminile nel 1973, è strettamente associata al minimalismo degli anni '90, ma la sua filosofia è tutt'altro che semplicistica.
All'apertura del suo primo negozio di Amburgo, all'età di 24 anni, la Sander usa per i suoi abiti femminili, tessuti tradizionalmente associati all'abbigliamento maschile, dando dimostrazione di un'eleganza androgina che l'avrebbe accompagnata per tutta la carriera. Per lungo tempo il suo stile è caratterizzato da camicie bianche dal taglio perfetto e da tailleur pantalone.
La stilista diventa famosa per le sue creazioni e l'utilizzo di tessuti high-tech di gran lusso e le proporzioni rigorose dei suoi abiti, le fanno guadagnare un fedele seguito tra le donne lavoratrici, che preferiscono le linee aggraziate e pulite, al banale sex appeal e ai fronzoli.
Dal 1989 la società viene quotata in borsa, poi segue un periodo di rapida espansione, con l'apertura di negozi di punta a Parigi, Milano e New York. Nel 1997 viene presentata a Milano, la prima collezione di abbigliamento maschile. La serenità espressa dagli abiti di Jil Sander è in netto contrasto con la storia aziendale del marchio. Due anni dopo, il Gruppo Prada acquisisce una quota di maggioranza del brand Jil Sander, l'anno successivo, la stilista esce dalla società e Milan Vukmirovic viene nominato direttore creativo sia della linea maschile, che di quella femminile.
Con grande sorpresa, nel 2003, la Sander rientra nella società da lei fondata e per tre stagioni, manda in visibilio stampa e clienti con la sua estetica delicatamente femminile. L'anno successivo, la stilista lascia di nuovo il marchio e da allora, un team di stilisti d'atelier, molti dei quali formati proprio dalla Sander, continua a interpretare la sua visione pura e imperturbabile.